Per chi segue sui social sa che le mie vacanze estive, che in realtà è stato il mio viaggio di nozze, le ho trascorse tra gli U.S.A e le Bahamas. Pur essendo in vacanza non ho potuto abbandonare l’ottica della nutrizionista; e non vi nego che prima della partenza ero molto angosciata all’idea di dover mangiare fuori e nella patria del fast food per molti giorni. Ma ora rientrata a casa posso raccontarvi la mia esperienza culinaria oltre oceano.
La nostra prima tappa è stata San Francisco, vi dico che l’ho letteralmente amata, ricca di piste ciclabili, l’abbiamo girata in lungo e in largo; il primo giorno eravamo totalmente in balia del fuso orario, abbiamo fatto un solo pasto intorno alle 4 del pomeriggio, con il primo Hamburger americano, ma io ho scelto la versione veggie con quinoa e fagioli, devo dire davvero ottimo. Il secondo giorno siamo andati a pranzo al molo “Pier 39” nella famosa Crab House dove ho mangiato uno dei piatti tipici della città: i panino con il granchio, buona ma pesantino perché ricco di aglio e formaggio, credo di averlo digerito 8 ore dopo, meno male che quella sera il contapassi segnava 26 Km. Il terzo giorno abbiamo noleggiato le biciclette a attraversato il Golden Gate dove si arriva a Sausalito, che ricorda molto più un posto di mare, recupero le energie con un insalata con pollo e avocado, richiedendo esplicitamente “no dressing” ovvero le salse con cui arricchiscono le loro insalata. Dal punto di vista alimentare San Francisco viene promossa c’è possibilità di scelta e numerosi Whole food; supermercati specializzati nel cibo sano in cui si trovano insalate di quinoa, insalatone in generale, frutta.
Dal quarto giorno iniziamo a girare per i parchi; il primo giorno non possiamo raggiungere lo yosemite causa incendi, e veniamo dirottati a Fresno in modo da avvicinarci alla tappa del giorno dopo, quella sera andiamo in una Steak House, la carne molto buona e tenera, il problema sono le dosi, la bistecca più piccola sul menù sono circa 400g, e infatti non riesco a terminarla.
Arriviamo al sequoia park, questa tappa l’ho voluta intensamente e da un food truck mangio un wrap con hummus e verdure, buono ma come per il panino a San Francisco un po’ troppo ricco di aglio per i miei gusti.
Io giorno dedicato alla Death valley facciamo una ricca colazione in stile americano per me toast con uova e avocado, siamo preparati ad affrontare una super giornata di caldo e decidiamo solamente di idratarci con acqua e sali minerali durante la giornata, perché la temperatura massima è stata di 51°C ; quella sera abbiamo fatto una prima rapida tappa a Las Vegas dove abbiamo mangiato steet food in modo da goderci la frenetica vita della città.
Al mattino sveglia presto per raggiungere il Grand Canyon, con colazione in una tappa obbligatoria durante i viaggi all’estero: Sturbuks. Durante la giornata all’interno del parco mangiamo un classico sandwich, ma anche qui volendo si possono limitare le calorie eliminando le salse, io ho mangiato un panino con tacchino grigliato e verdure. Dopo una notte al Grand Canyon torniamo a Las Vegas e mangio il primo vero hamburger da Gordon Ramsey Burger, veramente ottimo, una lunga attesa ma gratificante.
Bilancio della situazione alimentare nelle grandi città è più facile trovare scelte diverse, durante i viaggi in macchina i fast food appaiono come funghi e anche all’interno dei parchi la scelta è maggiormente limitata. Il problema maggiore è il costo mangiare una bistecca grigliata costa almeno 35 $ mentre un pasto completo al fast food meno di 10, inoltre qui la bibita costa 1 $ e può essere riempita tutte le volte che si vuole.
Sulle Bahamas ho poco da raccontavi il villaggio aveva 10 ristoranti la scelta era ampia, solitamente sceglievamo una portata principale con contorno evitando il dessert, ma ci godevamo ricche colazioni a buffet.
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