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La carenza di vitamina D porta gli adolescenti a essere più aggressivi?

Curiosando sul web, mi sono imbattuta in un articolo in cui veniva affermato che la carenza di vitamina D nell’infanzia porterebbe ad avere comportamenti più aggressivi in fase adolescenziale. È vero? Scopriamolo subito.

Vitamina D: definizione e fabbisogno

Iniziamo dicendo che la vitamina D è una vitamina liposolubile, che ha la funzione di regolare i livelli di calcio e fosforo nel sangue, attraverso la stimolazione del loro assorbimento a livello intestinale e la deposizione o rilascio dei due elementi dal tessuto osseo. Si tratta di un micronutriente, ne servono cioè piccole quantità per il funzionamento dell’organismo.

Nella sua forma attivata, la vitamina D agisce come un ormone che regola vari organi e sistemi ed è importante nel controllo dell’infiammazione e del sistema immunitario.

Solamente il 10-20% del fabbisogno giornaliero di vitamina D proviene dall’alimentazione. I cibi più ricchi sono i pesci grassi (come salmone, sgombro e aringa), il tuorlo d’uovo e il fegato. Il restante 80% si forma nella pelle a partire da un grasso simile al colesterolo, che viene trasformato per effetto dell’esposizione ai raggi UVB. Una volta prodotta nella cute o assorbita a livello intestinale, la vitamina D passa nel sangue, dove una proteina specifica la trasporta fino al fegato e al rene, dove viene attivata.

In generale, per assicurarsi l’apporto necessario, è dunque sufficiente trascorrere più tempo all’aria aperta.

Carenza di vitamina D nell’infanzia e disturbi comportamentali

Esistono studi che mettono in relazione i livelli bassi di vitamina D con l’insorgenza della depressione. Questo concetto si inserisce nel discoro più generale dell’influenza di fattori nutrizionali nell’insorgenza di patologie come la depressione. Il meccanismo molecolare alla base del legame tra vitamina D e depressione non è però ancora definito.

Proprio a gennaio 2020, su The Journal of Nutrition, è stata pubblicata una ricerca che affronta il tema della presunta associazione tra carenza di vitamina D nell’infanzia con comportamenti aggressivi e stati depressivi e ansiosi durante l’adolescenza.

Robinson, Marín, Oliveros, Mora-Plazas, Lozoff e Villamor (2020) hanno realizzato uno studio prospettico realizzato su 273 bambini di età compresa tra 5 e 12 anni seguiti per 6 anni di follow-up. Lo studio prevedeva il dosaggio della vitamina D plasmatica e della proteina legante la vitamina D (DBP). Al termine del follow-up sono stati somministrati, ai genitori e agli adolescenti, una serie di questionari con lo scopo di valutare l’eventuale presenza disturbi esternalizzanti (comportamenti aggressivi, disobbedienza) e internalizzanti (stato ansioso e depressivo, lamentele somatiche).

I risultati hanno portato ad affermare che una carenza di vitamina D nell’infanzia, insieme a bassi livelli di DBP, sono legati a problemi comportamentali in adolescenza:

  1. una bassa concentrazione di DBP nell’infanzia è stata associata a comportamenti aggressivi auto-riferiti e sintomi ansiosi/depressi nella fase adolescenziale;
  2. la carenza di vitamina D durante l’infanzia era associata a un maggior punteggio relativo ai problemi esternalizzanti durante l’adolescenza e a una prevalenza di disturbi esternalizzanti 2 volte maggiore rispetto a chi non la presentava.

Forse non siamo esattamente ciò che mangiamo come diceva Feuerbach, ma di sicuro ciò di cui ci nutriamo interferisce nella nostra vita più di quanto crediamo.

Fonti: