“Se i peperoncini sono per voi un sentimento, una sensazione o una forma di energia, avete indovinato”. Anthony Kiedis
In natura esistono circa 3000 varietà di peperoncino. La specie più importante a livello commerciale è il Capsicum annuum, pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee, la stessa di patate, melanzane, pomodori e tabacco. Originaria del continente americano, fu portata in Europa da Cristoforo Colombo, di ritorno dal suo secondo viaggio nel Nuovo Mondo. Il peperoncino è giunto in Occidente accompagnato da un’aura peccaminosa, tanto che la Chiesa lo bollò come “suscitatore di insani propositi”, in quanto associato da sempre alla sfera sessuale.
La peculiarità del frutto è la piccantezza al palato, caratteristica che gli viene conferita dalla capsaicina, alcaloide presente al suo interno in concentrazioni variabili a seconda della specie considerata, la quale stimola i recettori della lingua provocando una sensazione di bruciore. La capsaicina è una sostanza rubefacente, cioè in grado di stimolare e aumentare il flusso sanguigno. Essa si trova in tutte le parti del frutto, principalmente nella placenta, ovvero la membrana interna di colore bianco cui i semi sono attaccati.
Esistono più di 3 mila varietà di peperoncino, ognuna con un differente grado di piccantezza. Per misurarne il livello specifico si usa la scala a 10 gradi di Scoville, dal nome del chimico che l’ha ideata. Le unità di Scoville (SU) invece misurano la quantità di capsaicina presente all’interno del frutto e si calcolano su una scala che va da 0, valore del peperone dolce, fino ai 16 milioni della capsaicina pura. I nostri peperoncini comuni hanno un valore di circa 5 mila unità, il peperoncino di Cayenna ha 50.000 SU mentre l’Habanero ne ha quasi 600 mila. Attualmente è il Naga Jolokia, peperoncino indiano, a detenere il primato di peperoncino più piccante al mondo con 855 mila SU, non mangiabile poiché considerato un vero e proprio strumento di tortura. Per contrastare il bruciore dato dal peperoncino risulta utile masticare del pane o consumare latticini come formaggi o salsa yogurt.
Il frutto contiene: vitamine (C,E,K,B,A), sali minerali tra cui calcio, rame e potassio, carotenoidi, bioflavonoidi e lecitina. In particolare, il peperoncino è ricchissimo di vitamina C: 100 grammi di frutto ne contengono ben 229 milligrammi contro i 50 dell’arancia. Essendo solubile in acqua, la vitamina C può essere assunta tranquillamente senza timore di esagerare, in quanto l’eventuale eccesso viene espulso attraverso le urine. Si tratta però di una sostanza estremamente volatile, per cui la sua concentrazione è massima nel peperoncino fresco, mentre si riduce drasticamente nei frutti essiccati.
Il peperoncino fa dimagrire?
La capsaicina, oltre a stimolare i recettori della lingua, agisce anche su quelli situati a livello del tessuto adiposo bruno, il Bat. Questo tessuto ha la funzione di rilasciare il grasso sotto forma di calore. Attivando i recettori del bat, la capsaicina è in grado di rilasciare cellule adipose sotto forma di energia e temperatura, anziché immagazzinarle come scorte. Inoltre la capsaicina è in grado di diminuire la secrezione di grelina, ormone pancreatico responsabile della sensazione di fame. In questo modo, il segnale di appetito risulta indebolito e siamo portati a ingerire meno cibo. Infine, il peperoncino ha la capacità di accelerare il metabolismo basale, ovvero la quantità di energia di cui l’organismo ha bisogno quotidianamente per svolgere le attività ordinarie.
Ma non è finita qui! Questa spezia ha moltissime altre proprietà benefiche:
- È un rimedio naturale che stimola la circolazione e migliora la pressione sanguigna.
- È antibatterico e antistaminico; contrasta l’insorgere dei batteri prevenendo le infezioni.
- Riduce il colesterolo nel sangue.
- È antiossidante.
- Aumenta la secrezione di succhi gastrici e favorisce la digestione.
- È espettorante e, in aggiunta alle sue proprietà antinfiammatorie, è molto indicato in caso di tosse o raucedine.
- Per uso topico, sotto forma di crema, allevia i dolori di natura ossea, muscolare e artritica.
A fronte delle numerose proprietà salutari, il consumo eccessivo del peperoncino può essere irritante per la mucosa gastrica. Pertanto, se ne sconsiglia l’uso in caso di ulcera, gastroenterite, cistite, epatite ed emorroidi. I bambini sotto i 12 anni, così come le donne in gravidanza e allattamento, dovrebbero limitarne il consumo.
In cucina il peperoncino si trasforma in una spezia super-versatile in quanto adatto a qualsiasi accostamento, dalla carne alle verdure, dalla pasta ai formaggi e…perchè no? Anche nei dolci! Da diversi anni è ormai consuetudine trovare ricette che abbinano il cioccolato al peperoncino, dunque ecco qui la mia proposta creata apposta per te!