Il terzo venerdì di febbraio si festeggia il National “No one eats alone” Day, festa ideata per porre fine all’isolamento sociale e creare una cultura di appartenenza nelle scuole.
Un sondaggio di Oxford Economics ha rilevato come mangiare in solitudine con continuità possa renderci tristi. Al contrario, chi è abituato a condividere questo momento, è complessivamente più felice e più soddisfatto della propria vita. Lo studio ha anche scoperto che, le persone con l’abitudine di mangiare in compagnia hanno maggiori probabilità di sentirsi meglio con se stesse e hanno reti di supporto sociale ed emotivo più ampie.
Mangiare in solitudine porta spesso ad “accontentarsi” di pasti veloci come un panino, e ad essere più distratti dal pasto svolgendo altre attività, come stare a computer o sfogliando storie su Instagram. Queste attività portano a consumare una quantità maggiore di cibo che, a lungo andare, si trasforma in un aumento di peso rilevante.
Diversi studi hanno evidenziato il benessere che deriva dal mangiare in compagnia. Assaporare il cibo in compagnia, socializzando e confrontandosi sui gusti, rafforza le relazioni interpersonali e garantisce continuità sociale e culturale oltre a prevenire i disordini alimentari. Il cibo non serve solo a fornire energia, un pasto conviviale è un pasto in cui si nutre il piacere dello stare con gli altri.
Dato che condividere i pasti sembrerebbe renderci più felici, molte aziende stanno puntando sul social eating, incoraggiando i dipendenti a trascorrere insieme la pausa pranzo per un benessere completo, anche dal punto di vista sociale. Infatti una persona felice e serena è anche più produttiva.
Il concetto di convivialità è anche alla base della moderna piramide alimentare mediterranea.
Dunque, quali sono i vantaggi del mangiare in compagnia?
- maggior felicità
- tendenza a mangiare piatti più sani
- prevenzione di disturbi alimentari
- reti sociali più ampie
- tendenza a mangiare di meno
- maggior controllo del proprio peso corporeo
- maggior benessere della persona